Genere




Gracilariopsis E. Y. Dawson, 1949: 40

Talli eretti con assi cilindrici che possono raggiungere una altezza di oltre 50 cm, irregolarmente ramificati e collegati al substrato tramite un disco basale. La struttura è uniassiale ma in sezione trasversale il filamento assiale non è evidente e le voluminose cellule della zona midollare, collegate da abbondanti sinapsi secondarie, diminuiscono bruscamente in dimensione procedendo verso la zona corticale. Il ciclo biologico è isomorfo ed i gametofiti sono dioici. Le strutture riproduttive sono analoghe a quelle del genere Gracilaria ma differiscono per alcune caratteristiche quali: la forma del gonimoblasto in sezione verticale che risulta irregolare in Gracilaria e cupoliforme in Gracilariopsis, l'assenza in questo genere delle cellule nutrici tubulari, la situazione delle carposporocisti riunite in ciuffi compatti di corte catene in Gracilaria ed organizzate in catene ben evidenti che si irradiano da un nucleo centrale in Gracilariopsis, infine risulta diversa la posizione delle spermatocisti che in Gracilaria maturano ll'interno di depressioni o cavità della zona corticale mentre in Gracilariopsis sono prodotte dalle cellule dello strato corticale esterno. L'unica specie di questo genere ripetutamente segnalata in diverse località delle coste italiane e sporadicamente anche su quelle toscane (Lenzi et al., 2009; Ballini, 2011) è: Gracilariopsis longissima (S. G. Gmelin) M. Steentoft, L. M. Irvine et W. F. Farnham che, al pari di Gracilaria gracilis (Stackhouse) M. Steentoft, L. M. Irvine et W. F. Farnham, è stata in passato erroneamente indicata con il binomio Gracilaria verrucosa (Hudson) Papenfuss (Steentoft et al., 1995). Come per altre specie critiche del genere Gracilaria anche in questo caso sarebbero opportune indagini tassonomiche e biomolecolari per una corretta identificazione dei campioni raccolti lungo le coste toscane ed attribuiti in passato a Gracilaria verrucosa (Hudson) Papenfuss.